Sellano Forgiata dalle acque
Sellano è un castello di poggio che sorge a quota mt. 640 s. l. m., in posizione dominante sulla valle del fiume Vigi, affluente del Nera. Molto si è ragionato intorno al suo nome. Il toponimo è infatti del tipo che tecnicamente si definisce prediale, ossia legato ad un praedium, ad un possedimento fondiario. I toponimi prediali sono derivati da un nome o da un gentilizio latino seguito dal suffisso di appartenenza –anum: nel corso dei secoli, nonostante i passaggi, la traccia di quella proprietà si è conservata, giungendo fino all’età medievale e poi fino a noi. Il cavaliere spoletino Severo Minervio (†1530 circa), identificava gli abitanti di Sellano con i Syillates citati da Plinio il Vecchio nel III libro (§114) della sua “Naturalis Historia”. Il Minervio rafforzava l’affermazione citando due iscrizioni, pertinenti ad una gens Suilla attestata nella zona. Ludovico Jacobilli (1598-1664) scriveva invece che “Sillano o Sellano, già castello, hoggi terra murata della diocesi e territorio di Spoleto” sarebbe stato edificato dai seguaci di Lucio Cornelio Silla all’epoca delle guerre civili (I sec. a.C.). Lo stemma del paese raffigura san Michele arcangelo in piedi sopra una sella, alludendo a tutt’altra lettura del toponimo, inteso come riferentisi a “sella” nel senso di valico, passo. Alcuni ritrovamenti sparsi fanno pensare ad una occupazione in età preromana (castelliere di Santa Maria del Monte) e romana. In età alto medievale il territorio era inserito all’interno della giurisdizione del Ducato longobardo di Spoleto, per poi vedere la crescita di alcune famiglie feudali (fra cui gli Alviano) e divenire infine libero comune. Per la sua posizione Sellano e i castelli vicini furono ambìti dal comune di Spoleto che ne contese il possesso con la Curia imperiale prima e con i centri confinanti poi (in particolare Foligno, Trevi, Mevale, Camerino).
A partire dal sec. XIV, insieme con altri castelli vicini, Sellano difese la propria autonomia amministrativa con ribellioni che culminarono nella rivolta fallita del 1522 contro Spoleto. A partire da questa data Sellano rimase sotto il controllo spoletino, all’interno dello Stato Pontificio, fino al 1861, quando entrò a far parte del nascente stato italiano. Al comune vennero uniti anche i territori dei centri più piccoli di Apagni, Postignano, Cammoro, Orsano e Montesanto che non avevano abitanti sufficienti a mantenere la propria autonomia amministrativa.
Territorio oggi estraneo alle direttrici principali del traffico e del commercio, Sellano ha conservato la sua natura di comune montano immerso in un ambiente quasi intatto, di grande bellezza naturalistica, nel quale sono sparsi piccoli borghi, castelli, casolari isolati. Proprio la montagna rappresentò in passato la ricchezza di questi luoghi: legno, carbone, pastorizia, produzione di cereali e legumi, ma anche coltivazioni che non ci aspetteremmo come alberi da frutto e viti, favorite dall’abbondanza di corsi d’acqua. Di questa passata ricchezza sono ancora oggi testimonianza, dove sopravvissuti ai violenti terremoti che hanno purtroppo nel corso dei secoli sconvolto il territorio, gli apparati decorativi delle chiese e delle cappelle.